Riconoscendo le differenze caratteriali maschili e femminili — nelle attitudini, nelle capacità percettive e pratiche, nell’introspezione e nel ragionamento — il perseguimento dell'equilibrio tra partecipazione maschile e partecipazione femminile in ogni aspetto della vita civile e politica non è forse auspicabile? e il nostro impegno al raggiungimento di questo obiettivo improcrastinabile?
Cittadine e Cittadini del mondo si prefigge di contribuire a un'equa ripartizione dei due sessi nella gestione della ‘res publica’ e nel lavoro, da un lato aiutando le donne a prendere coscienza delle proprie capacità e dall’altro promuovendo il senso della ‘responsabilità civica’ e della partecipazione.
In Italia, secondo l'ISTAT, al primo gennaio del 2009 i residenti superavano di poco i sessanta milioni, di questi il 51,4% donne. Eppure soltanto una frazione della parte femminile determina le decisioni strategiche del paese. Questo non vale soltanto per l’Italia. Tuttavia, stando ai rapporti McKinsey “Women Matter” 2007, 2008 e 2009, in Europa l’Italia è al penultimo posto.
Tocca a noi!